Corriere dell'Alto Adige, 30 nov 08

NASSIRYA, STELE A LAGUNDO

Monumento bipartisan. Schroetter: "Eroi".

Merano - "Sono appena ritornato da Israele dove ho assistito alla visita del presidente Napolitano e posso dire di aver apprezzato, vedendo quella situazione, cosa significhi la pacifica convivenza che abbiamo qui e quanto sia importante che a difenderla ci siano anche i carabinieri". Con queste parole il sindaco di Lagundo Anton Schroetter ha partecipato ieri alla cerimonia di inaugurazione di una stele dedicata ai caduti il 12 novembre del 2003 a Nassirya, nel giardino della locale stazione dei carabinieri. "Una stele - ha ricordato Schroetter - la cui realizzazione è stata proposta al consiglio comunale dal consigliere Sergio Casella di Unitalia e la cui realizzazione è stata approvata all'unanimità per esprimere ai carabinieri tutta la nostra partecipazione al lutto che li colpì e la stima per il loro operato". " Un lutto - gli ha fatto eco il comandante provinciale dell'Arma, Andrea Rispoli - che è stato di tutta la nazione ancor prima che venisse proclamato quello nazionale, con innumerevoli testimonianze di cittadini nelle nostre caserme ed al 112. Quello fu, seppure con le debite proporzioni, il nostro 11 settembre che ci ha messo a contatto con la dura realtà di cosa possa essere una missione di pace. Tra gli altri attestati di stima che ci sono arrivati, ricordo quello del vicesegretario di Stato americano che ebbe a dire che in Iraq quello che serviva erano proprio i carabinieri per la loro umanità e capacità di forza di polizia". Un picchetto di carabinieri in alta uniforme ha accolto le autorità. Tra di esse il genrale di brigata comandante regionale dei carabinieri Luigi Finelli ed il commissario del Governo Fulvio Testi. A deporre un mazzo di rose rosse e blu, i colori dell'Arma, è stata Valentina Marocchi, carabiniere e tuffatrice olimpionica, anche lei in alta uniforme. La stele è opera dello scultore meranese Andreas Geier e raggifura la lucerna, il copricapo dell'alta uniforme, realizzata in granito sardo su base di porfido di Sarentino.