Rassegna stampa

 

Alto Adige, 30 dic 08

Lagundo e l'Arma ricordano i carabinieri morti a Nassiriya

LAGUNDO - Con sensibilità sconosciuta ad altre amministrazioni comunali, Lagundo ha donato ieri ai carabinieri una stele in marmo in memoria dei caduti di Nassiriya. L’opera realizzata dallo scultore meranese Andreas Johann Geier in granito sardo su base di porfido di Sarentino, che ricorda il copricapo dell’uniforme dell’Arma, e sistemata nel giardino della caserma della stazione carabinieri di Lagundo, è stata scoperta ieri mattina alla presenza delle massime autorità civili e militari. C’è sempre stato un rapporto di stima e reciproco rispetto tra l’amministrazione comunale di Lagundo e i “suoi” carabinieri. Amicizia e apprezzamento per la preziosa opera svolta dai militari dell’Arma che in passato hanno portato alla realizzazione, a spese del Comune, della nuova caserma proprio a fianco della casa comunale (questo mentre in Val d’Ultimo i carabinieri erano costretti ad andarsene per mancanza di spazi e senza un concreto impegno dei sindaci per cercare di risolvere la situazione). Ieri nuovo capitolo con l’inaugurazione della stele (importante atto simbolico peraltro negato da altre amministrazioni comunali, tra cui quella meranese) che Lagundo ha voluto erigere a ricordo dei diciannove carabinieri morti nell’attentato di Nassiriya del 12 novembre del 2003. A cinque anni dalla tragedia, le massime autorità civili e militari si sono ritrovate ieri mattina davanti alla caserma di Lagundo per la cerimonia ufficiale di scopertura della stele donata dal Comune di Lagundo. Un copricapo dell’uniforme dell’arma, realizzato in forma stilizzata dallo scultore meranese Andreas Johann Geier che per la sua opera ha utilizzato granito sardo su una base di porfido di Sarentino. Presenti il comandante regionale dell’Arma Luigi Finelli, quel provinciale Andrea Rispoli e quello della compagnia meranese Massimo Rosati, oltre a tutti i comandanti delle stazioni di competenza. In prima fila anche il commissario del governo Fulvio Testi, il comandante provinciale della Fiamme Gialle Claudio Di Gregorio e quello del 24º Dolomiti Saverio Santamaria, la vicequestore Cinzia Cellucci, rappresentanti della forestale, dei pompieri volontari, di Croce rossa e bianca. Oltre alle associazioni combattentistiche e d’arma e rappresentanti del mondo politico. A far gli onori di casa il sindaco Anton Schrötter che, parlando a braccio e in italiano, ha esaltato il ruolo dei carabinieri come simbolo di pace nelle missioni all’estero in territori caldi, e tutori dell’ordine in patria a garanzia del cittadino. La cerimonia ha vissuto ovviamente anche momenti particolarmente intensi con l’alzabandiera sulle note dell’inno nazionale davanti ai militari dell’Arma in alta uniforme e la lettura della preghiera del carabiniere preceduta dal suono della tromba nel silenzio d’ordinanza. (gip)
 


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