ALTO ADIGE, 7 mag 2008
Le propone Seppi (Unitalia)
«Le ronde servono
anche a Bolzano»
BOLZANO. «Pieno appoggio all’iniziativa della consigliera comunale
di Merano Loredana Vincenzi che chiede l’istituzione di ronde a
Merano». Lo afferma in una nota Donato Seppi, consigliere
provinciale di Unitalia. «L’istituzione delle ronde composte da
liberi cittadini è una scelta che da Merano deve spostarsi a
Bolzano. Le ragioni legate a proposte di questa natura nasce dalla
sempre più giustificata insicurezza a cui i cittadini sono
sottoposti per una forma di malavita sempre più diffusa ed
organizzata».
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Coro unanime di censura per le ronde
No di Procura, Provincia, Verdi e dal Pd An invece rilancia: idea da
approfondire
MERANO. Ronde notturne di volontari mirate ad impedire atti di
vandalismo e impegnate contro il dilagare di micro o macro
criminalità in genere. Una richiesta che si leva quasi a livello di
coro: parte dai territori padani dove la Lega detta legge o quasi e
ora risale sino alle nostre latitudini, con An che si fa portavoce
in mancanza delle esternazioni leghiste. Ma di rimando, si leva
anche un coro dalle voci opposte, pronte a stoppare sul nascere
questi tentativi di agitare lo spauracchio della sicurezza agitata a
fini politico-elettorali. Ed anche dalle istituzioni, a diversi
livelli, sia pur con una certa riservatezza, sono arrivati
all’unisono commenti tutt’altro che positivi sulla proposta lanciata
da Alleanza nazionale sia sottoforma di interrogazione comunale
firmata dalla capogruppo in consiglio, Loredana Vincenzi, sia come
comunicato del circolo politico che affianca il partito.
Bocciata senza mezzi termini dal presidente provinciale Luis
Durnwalder, che comunque lascia ampia autonomia alle singole
municipalità e stroncata anche dal Procuratore capo, Cuno Tarfusser
(“questi sono compiti delle istituzioni”), la proposta,
politicamente parlando, per ora trova favori solo in An.
«L’idea di un potenziamento dei servizi di ordine pubblico appare
tutt’altro che peregrina - sostiene Alex Janes del circolo An-Pdl
locale - e in merito appare quanto mai necessario un serio ed
articolato dibattito al di fuori di qualsiasi strumentalizzazione
visto che il senso di insicurezza dei cittadini sta crescendo anche
nella città di Merano».
«Assurdo - è invece il lapidario commento di Marco Dalbosco,
portavoce dei Verdi - I controlli spettano alle forze di polizia e
Merano ha una situazione tranquilla. Pensare a delle ronde sarebbe
quasi come istigare gruppi di giovani a giocare a rimpiattino oppure
servirebbe solo a dare ancor più credibilità e importanza a quanti
seguono deliranti teorie dell’estrema destra fascista e neonazista.
Più importante, al contrario, è l’opera di sensibilizzazione e
educazione che deve arrivare alle radici dei fenomeni di
malcostume».
«Facendo queste proposte nella nostra realtà - gli fa eco Enzo
Nicolodi, vice coordinatore locale del Partito democratico - An
sceglie la strada sbagliata di avviare una campagna politica
generando allarmismo anche dove non c’è. Non nego che in altre città
ci sia una criminalità da fronteggiare in modo più deciso ma in quel
caso l’azione non può nascere dal nulla come si vorrebbe fare qui,
dove peraltro una presenza di controllori privati sarebbe esagerata
e strumentale».
L’opinione generale, che traspare dalle varie dichiarazioni e dai
commenti politici, è che l’operato della polizia e dei vigili urbani
sia sufficiente per la realtà meranese e che l’iniziativa abbia
soprattutto una finalità politico-elettorale che cavalca il tema
della sicurezza in quanto notoriamente porta voti a destra.
«Mi chiedo perché - insiste Nicolodi - invece che dare la caccia ai
fantasmi An non abbia preso una chiara posizione contro i gruppi
nazisti e similari sia italiani che tedeschi».
«Parlare di ronde - è il commento del vicesindaco Diego Cavagna -
prima di tutto è offensivo per le Forze dell’ordine che operano con
grande senso di capacità. Lo Stato da noi c’è, con una presenza
elevata sul territorio ma soprattutto con azioni dettate da grande
senso di responsabilità. Simili proposte, invece, sono indice di
grande povertà culturale. Attenzione, però, alle conseguenze che
potrebbero innescare: speculando dalle paure della gente può essere
una mossa alquanto pericolosa e il passo dalle ronde verdi ad altre
brune o nere di presunti volontari popolari potrebbe essere molto
corto».
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