CORRIERE DELL’ALTO ADIGE, 19 agosto 2007
Loredana Vincenzi, la chiede La Campidell: provocazione
Attentati, una targa divide le destre
An vuole un ricordo per le 17 vittime L’esponente sudtirolese chiede
chiarezza sulla strategia della tensione
MERANO. Le bombe che esplodono, i tralicci che crollano, purtroppo i
morti ed i feriti fra le forse dell’ordine rimasti vittime sul
campo. Sono flash degli anni’60, di quando in Alto Adige era esploso
in maniera devastante l’irredentismo gestito da fanatici fautori
della causa sudtirolese. Sono passati quasi cinquant’anni da quegli
eventi, che a questo punto meriterebbero forse di entrare nei libri
di storia per non dimenticare, ma al contempo di uscire
dall’attualità quotidiana. E invece riecco quei fantasmi affacciarsi
sulla scena politica locale. Lo fanno le due «destre» etniche
presenti in consiglio comunale: Loredana Vincenzi chiede una targa
alla memoria, Reinhild Campidell ritiene quell’azione una
provocazione. Furono in tutto diciassette, i servitori dello Stato
(carabinieri e finanzieri) e civili che ebbero la vita stroncata da
quella serie di attentati che squassarono l’Alto Adige nei momenti
di maggior tensione etnica, quando la politica venne fatta a suon di
bombe. Un periodo buio, che ciclicamente ritorna a galla anche per
le continue iniziative tese a far ottenere la grazia dello Stato nei
confronti di quanti, condannati, non hanno ancora risolto le loro
pendenze. «Si parla molto - commenta Loredana Vincenzi, consigliere
comunale di Alleanza Nazionale - della grazia concessa dal
presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ad alcuni
terroristi protagonisti della serie di attentati che fecero vittime
negli anni’60. Purtroppo, però, nessuna voce si è levata, per
difendere la memoria delle vittime e dei parenti». Partendo da
questi presupposti, la consigliera di opposizione vorrebbe che
simile ricordo rimanga indelebile anche a livello cittadino. Così
come si commemorano, fra l’altro, anche le vittime della follia
nazista trucidate nei giorni della Liberazione in Corso Libertà e
per le quali c’è una targa ricordo sulla facciata del Teatro Puccini
in Piazza del Teatro. «Chiedo - si legge nell’interrogazione
depositata nei giorni scorsi in Comune dalla stessa Loredana
Vincenzi - se l’amministrazione civica non ritenga doveroso, nel
rispetto delle vittime di quegli anni, dedicare una targa ai caduti
di quel periodo, magari collocandola presso il cimitero comunale
oppure in Piazza Teatro, In caso di risposta affermativa, quando si
intenda intervenire e, nel caso di risposta negativa, da cosa la
medesima sarebbe giustificata». Di parere diametralmente opposto il
comunicato diffuso dalla collega in consiglio, Reinhild Campidell,
ex Union für Südtirol ed ora del Süd.Tiroler Freiheit. Nel
comunicato si spiega che la consigliera giudica una pure
provocazione la proposta di predisporre una targa commemorativa per
le vittime italiane degli anni delle bombe sudtirolesi. Ricordando
che una iniziativa simile sarebbe in atto anche a Bolzano, dove
sarebbe sorto anche un comitato apposito chiamato “memorie delle
vittime”, il tutto sotto l’egida di Alleanza nazionale. «Nulla
contro un serio ricordo di tutte le vittime degli anni’60 - insiste
la Campidell - ma ciò non dovrebbe portare ad un travisamento della
verità e alla criminalizzazione dei combattenti per la libertà.
Prima di tutto, pertanto, sarebbe sensato e urgente dissipare tutti
i dubbi ed i misteri che si celano dietro le azioni di sangue e lo
Stato dovrebbe sollevare la copertura sulle azioni dei servizi
segreti dato che è noto come molti attentati erano stati “pilotati”
dai servizi segreti nel quadro della cosiddetta strategia della
tensione. Per cui si ritiene improponibile una targa commemorativa
prima che non sia fatta luce su autori e mandanti di molti
attentati».
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