Rassegna stampa

 

Alto Adige, 3 Aprile 2013

 

L’ATTACCO

«Sale gioco - orari sui generis e bagni non a norma Chi ne risponde?» »


 

BOLZANO - Il consigliere Donato Seppi, prima di presentare l’interrogazione, si è fatto più di un giro nelle sale bolzanine. Scoprendo, a suo dire, numerose anomalie. «Quante sale - ha chiesto a Durnwalder - sono munite di servizi igienici adeguati alle normative e quindi, quando munite di licenza di bar interno, quante sono predisposte con bagni separati, adeguati anche ai portatori di handicap, con il conseguente totale abbattimento delle barriere architettoniche?». E poi, «chi ha rilasciato per ogni Comune il benestare per il rilascio della licenza da parte della Provincia? Per ogni certificazione di agibilità relativa ad ogni sala giochi e per ogni benestare alla realizzazione del bar certificato dal tecnico del Comune, Seppi ha inoltre chiesto «copie degli atti di ogni verifica, nome e cognome del tecnico, data del sopralluogo e relativa relazione tecnica». Ma la Provincia ha risposto picche: «Questi documenti - si scrive - non risultano dagli atti della Provincia, in quanto questa è in possesso della sola planimetria e dei dati catastali del locali (forniti dai richiedenti) che nel corso del procedimento vengono trasmessi al Comune competente per gli accertamenti necessari». Donato Seppi commenta: «Ora sarà il Comune a dover rispondere». Seppi chiedeva inoltre su quale base la Provincia abbia concesso, a differenza di altri locali aperti al pubblico, gli orari inusuali di apertura e chiusura delle sale gioco. «Gli orari d’apertura delle sale giochi - risponde Durnwalder - seguono quelli stabiliti dalla legge per gli esercizi pubblici». Ai sensi del decreto 213/2006 del presidente della Provincia, «gli esercizi pubblici di somministrazione bevande e ristorazione aprono alle 6.00 e chiudono alle 1.00». Ai sensi della legge 58/88, «il presidente può autorizzare delle deroghe aventi per oggetto la posticipazione dell’orario di chiusura». Tradotto, lo si poteva fare, lo si è fatto. Commenta Seppi: «L’autorizzazione si sarebbe anche potuta negare. E non si dimentichi che una sala, a Bolzano, è aperta 24 ore su 24, festivi compresi»


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