Se la FIAT ritiene di ruffianarsi il pubblico germanico e austriaco con uno spot pubblicitario della nuova 500 trekking, mandato in onda sulle televisioni di oltre alpe, in cui si va addirittura oltre alla cancellazione della toponomastica italiana, arrivando alla traduzione impropria e illegittima della denominazione Alto Adige, cambiata in Sudtirolo, significa che ha deciso, liberissima di farlo, di ricercare oltre alpe possibili clienti rinunciando, contemporaneamente, a quelli locali.

Forse non si rendono conto delle battaglie politiche portate avanti in sede locale per salvaguardare la toponomastica italiana da parte nostra e non si rendono conto che il loro atteggiamento propagandistico costituisce una offesa alla Comunità italiana dell' Alto Adige; forse non si accorgono che in quello spot, oltre a propagandare la nuova autovettura, si pubblicizza un Alto Adige che non è e non vuole essere quello di una provincia che non ha rinunciato di essere sempre e comunque italiana.

Sta di fatto che da parte mia avevo programmato l' acquisto di una FIAT 500 in sostituzione di una vecchia Panda. Già recatomi presso una concessionaria per valutare prezzo e condizioni ho deciso di rinunciare senza alcuna titubanza. Che la FIAT venda auto, fra il resto oramai quasi totalmente prodotte all' estero - nessun rimorso quindi da parte mia per non avere dato lavoro ai nostri connazionali! - in Germania e in Austria. In Alto Adige, e mi auguro che sia allargato anche al resto d' Italia, la FIAT 500 appare come un auto dedicata al pubblico revanscista e pantirolese. Non credo che ciò fosse nelle intenzioni della FIAT ma a prescindere da questo particolare ci sono riusciti anche involontariamente. Sconsigliata quindi a chiunque ritenga, a ragione, che anche in Alto Adige siamo in Italia, che la nostra toponomastica va assolutamente protetta e salvaguardata, che questa provincia, in lingua italiana di chiama Alto Adige, che in Alto Adige oltre agli Schuetzen ci sono anche gli Alpini. Auguri alla Fiat, io non ne compererò mai più benché nella mia vita privata e professionale ho "consumato" ben 14 autovetture del gruppo torinese e mio padre abbia speso quaranta anni della Sua vita in una fonderia della Lancia.

Donato Seppi

Cons.prov.le UNITALIA