GRUPPO CONSILIARE UNITALIA
Comunicato stampa: Quarant’anni di Autonomia sono solo serviti al potere per mungere Roma. Non al popolo e, ancora meno, all’integrazione fra i gruppi linguistici!
Beati Coloro che si sentono di celebrare i 40 anni dell’autonomia e ne hanno “ben donde” considerato che da oltre quattro decenni spremono l’Italia come un limone (per ammissione diretta della stessa SVP) e trattano gli italiani dell’Alto Adige come se fossero italiani all’estero. Le concessioni del governo nazionale che restituisce al potere locale da oltre quattro decenni molto di più di quanto incassa fiscalmente e va quindi al di là di quanto statutariamente stabilito, hanno trasformato questa terra in un bengodi per certe categorie di cittadini che, stranamente, sono tutte collegate, tranne qualche piccola eccezione - non occasionale - al gruppo tedesco e alle sue prevalenti attività economiche: mondo agricolo, finanziato e detassato oltre ogni umana sopportazione e alberghiero, foraggiato in modo inaccettabile e del tutto incomprensibile come non accade in nessuna altra parte del mondo.
E il popolo, quello che lavora e studia - evito per ragioni di profondo rispetto di prendere in considerazione i pensionati perché la loro drammatica situazione è talmente critica da divenire addirittura paradossale nel tentare di vivere nella Provincia più cara d’Italia con una pensione da fame - dovrebbe festeggiare cosa? La miseria? Un autonomia che ha concesso agli immobiliaristi, arricchiti in modo sconsiderato dai contributi provinciali concessi a chi compra, di porre sul mercato alloggi popolari a prezzi forse giustificati per una città Capitale e non certamente per un capoluogo di provincia grande quanto un rione di Milano e che hanno conseguentemente costretto per decenni famiglie di operai ad indebitarsi una vita per avere diritto ad una casa? Chi dovrebbe rallegrarsi per l’autonomia assieme ai contadini che si vedono da decenni pagare i terreni, divenuti costruibili, con cifre inimmaginabili girate sulle spalle di poveri cristi che senza casa non possono “fare famiglia”? Avrebbe forse da fare festa il migliore, in termini meritocratici, che si presenta ad un concorso pubblico e non ottiene il posto di lavoro perché risulta assegnato ad un altro candidato, meno meritevole di lui, ma appartenente al gruppo linguistico “giusto”? O dovrebbe stappare bottiglie di spumante in onore dell’autonomia colui che abita in una casa IPES ed è circondato da fannulloni senza lavoro dalla nascita che, in nome della solidarietà e della giustizia catto-comunista, hanno ottenuto quell’alloggio che un operaio della zona industriale attende da anni? O dovrebbero festeggiare gli studenti che escono da scuola, chiaramente provincializzata, senza sapere nemmeno dire Guten Morgen o Buongiorno dopo anni che nessuno gli insegna a dovere la seconda lingua e sanno che senza il patentino è meglio che migrino verso altri lidi assieme ai laureati che in questa provincia mai potranno sperare di avere un posto di lavoro ? Forse dovrebbero fare festa i cani, quelli si, visto che l’assessore Bizzo, sfruttando i quattrini dell’ autonomia ha previsto per Loro, a spese nostre, un posto per urinare e defecare “a comando” alla modica spesa di 200.000 Euro mentre gli esseri umani che necessitano di un vespasiano devono fare ritorno a casa per espletare ai Loro bisogni.
Ecco, questa è l’autonomia: qualcuno dirà almeno a messo a posto le coscienze. Quali? Quelle che dopo quarant’anni di foraggiamenti “italiani” indiscriminati usano la notte del Sacro Cuore per scrivere con il fuoco Ein Tirol sulle nostre montagne? O quelle del Heimatbund che, riferendosi al dramma dei nostri connazionali emiliani, afferma pubblicamente che ad aiutarli vadano gli Alpini visto che sono così bravi? Potremmo continuare all’infinito; meno male che funziona la sanità, provincializzata come è ovvio che sia pure quella: andate a chiedere cosa ne pensano del “fiore all’occhiello” della nostra Terra Autonoma quelli che l’altro giorno si sono rivolti per cure urgenti al pronto soccorso.
Sono pessimista? ritengo di no! Forse realista pensando che i soldi della nostra gloriosa autonomia sono anche serviti a creare le condizioni per rendere autarchica la produzione e la distribuzione dell’energia elettrica con la “modica” spesa, sempre pubblica, di centinaia e centinaia di milioni di Euro. Con quale risultato? Beh, qualcuno si sarà forse anche arricchito, sempre a titolo personale, ma noi, cittadini dell’Alto Adige, continuiamo a pagare le bollette come prima. Anzi, molto più di prima e le industrie in crisi per il costo esorbitante dell’energia chiedono l’autorizzazione ad importarla dall’Austria perché costa meno. Se qualcuno non ci crede che chieda alla MEMC di Sinigo!
Bolzano, 18 giugno 2012
Donato Seppi
UNITALIA
|