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GRUPPO CONSILIARE PROVINCIALE UNITALIA

 


Comunicato stampa: Palermo deve uscire da una contraddizione di fondo se vuole essere un Senatore Italiano.

 


L’uscita dal cilindro di Palermo è davvero un alto gesto di rocambolesca magia politica. Penso che per l’esimio professor Palermo, e lo dico davvero con la massima stima per la Sua conosciuta e riconosciuta professionalità, questa candidatura al Senato costituisca un vero colpo di teatro. Ciò detto, prendiamo favorevolmente atto che la SVP, data in netta caduta libera, riconosce finalmente quel collegio senatoriale ad un italiano perchè ciò costituisce una assoluta ed auspicata notizia come invece non lo è tutto il codazzo di partiti di sinistra che dicono di riconoscersi nel pensiero di Palermo e si arrogano la primo genitura della proposta.

Vi è comunque una nota molto stonata in questa scelta che va posta in rilievo e, alle domande che ne conseguono, sarei davvero grato se il Professore candidato SVP-PD al Senato volesse dare delle risposte ai cittadini a cui chiede legittimamente il consenso: come concilia la Sua netta presa di posizione a favore del ricorso del Governo contro la Legge provinciale sulla toponomastica, in quanto da Egli stesso definita in diverse occasioni “palesemente incostituzionale”, e il tragico accordo fra il PD e la SVP che prevederebbe il ritiro del ricorso depositato alla Corte Costituzionale nel caso in cui il PD andasse al Governo? Come può, un uomo di diritto quale Palermo è, condividere che la massima autorità costituzionale italiana non giudichi quella famigerata legge che Lui stesso ritiene incostituzionale? Come può essere d’accordo che alla Corte Costituzionale venga sottratto il diritto di pronunciarsi su una così importante legge provinciale che pesa come un macigno sulla convivenza fra i gruppi? Come possiamo fidarci di un Senatore, se verrà eletto, che avrebbe fra gli altri il compito di revisionare l’attuale Statuto di Autonomia, se non addirittura di crearne un Terzo, che preferisce zittire la Corte Costituzionale su un tema che sarà parte fondamentale ed integrante di ogni modifica statutaria? Non sarebbe invece Suo dovere quello di pretendere, proprio perché Uomo di Diritto, che la Corte si pronunciasse o avrebbe anche Lui paura di “avere ragione” e quindi teme una sentenza contraria alla Legge scritta dalla SVP ? Perché, se così fosse, la comunità italiana di un senatore anagraficamente italiano, ancora una volta tenuto al guinzaglio politico dalla Stella Alpina, francamente non sappiamo cosa farcene..





Bolzano, 14 gennaio 2013
                                                               

Donato Seppi

UNITALIA


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