Comunicati stampa

 


GRUPPO CONSILIARE PROVINCIALE UNITALIA

 


Comunicato stampa: La democrazia diretta secondo la SVP si concretizza in una legge truffa atta ad ulteriormente discriminare gli Italiani.

 


Non voglio nemmeno entrare nel merito della correttezza di una legge che prevede di fatto la possibilità di istituire un referendum, ottenibile con la “modica” cifra di 27.000 firme -debitamente autenticate - di cittadini iscritti nelle liste elettorali provinciali, con una percentuale fra elettori e sottoscrittori praticamente decuplicata rispetto alle normative nazionali. Non voglio nemmeno considerare la assurdità di un istituto referendario che, superato l’insormontabile scoglio delle firme, lega la validità del risultato referendario a qualsiasi quorum ottenuto – fosse anche lo 0,1 % !!).

Voglio e devo considerare, denunciandolo aspramente, l’ulteriore tentativo di discriminazione nei confronti dei cittadini italiani e ladini posto in essere da questo disegno di legge firmato SVP: trovandosi di fronte ad una legge che si ritenesse degna di abrogazione in quanto penalizzante, in modo diretto o indiretto, gli interessi e le istanze del gruppo italiano e/o ladino, come farebbero questi due gruppi linguistici a raccogliere nel Loro interno un numero sufficiente di firme per indire un referendum quando, nel caso degli italiani, dovrebbero raccoglierne una ogni tre elettori e, nel caso ladino, dovrebbero vedersi raddoppiati di numero in quanto la Loro consistenza sul territorio è pari a circa la metà delle firme necessarie!??

In una provincia in cui esiste uno Statuto di autonomia fondato sulla presenza di tre gruppi linguistici la cui divisione, a prescindere dal nostro pensiero, è sancita dalla dichiarazione di appartenenza etnico-linguistica che ne costituisce la parte fondante, come si può pensare di presentare una legge di Democrazia Diretta che pone italiani e ladini nelle condizioni di essere di fatto esclusi da questo importante possibilità istituzionale?

Basta questo a dimostrare l’ assoluta iniquità di una proposta che, se risulta inaccettabile nel merito generale, diventa aberrante, offensiva e assolutamente deprecabile sotto il profilo politico, etico e morale nei confronti del dovuto e, mi sia concesso preteso, rispetto di due dei tre gruppi linguistici.





Bolzano, 13 luglio 2012
                                                               

Donato Seppi

UNITALIA


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